Consigli non richiesti

E fu così che mi ritrovai a scrivere di quel che so con l’unica richiesta di poterlo fare a modo mio! Ed inizio seduta stante con il sottolineare quanto io trovi decisamente troppo convenzionali le presentazioni, perché da qui dovrei partire, dal chi sono, ma non lo farò. Perdonatemi ma ho sempre odiato le presentazioni, anzi, per meglio capirci, odio il presentare me stessa perché in questi casi ci si dovrebbe dare un tono ed essere un tantino autocelebrativi per farvi capire che si, insomma, non sono certo l’ultima arrivata, una che si cimenta con qualcosa improvvisando… Ma no, non mi riesce benissimo e ci sarà tempo, strada facendo. Vi basti sapere che cammino lungo il sentiero del design di interni da anni e che ne sono perdutamente innamorata. Non ci sono limiti agli argomenti per quanto mi riguarda, quando questi, ruotano intorno al fulcro della vita di tutti: la casa…  così inizio, genericamente, tanto per divagare cosa che amo fare da quando sono nata.

L’ho scoperto pochi giorni fa, ma voi lo sapete che nel 1948 la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani Art. 25 stabilisce, fra le altre cose, che ogni individuo abbia diritto ad un’abitazione? La casa è un diritto, o almeno lo sarebbe, e di questi tempi diventa maggiormente un dramma non averlo, un luogo confortevole in cui rifugiarci. Diciamolo, questa guerra ci ha messo con le spalle al muro di fronte a tutto ciò che non va nella nostra vita e se per alcuni di noi, la quarantena significa dover affrontare problemi di salute, ansia per il futuro incerto o le “rogne” sentimentali, gli altri, i più fortunati, si trovano semplicemente a dover dare risposta all’annoso dilemma: “come passo il tempo oggi?” E spesso, quindi, a mettere mano ad un nido che proprio così confortevole hanno scoperto non essere. I ritmi quotidiani non ci consentono di pensare ad altro e così, vivendo in quest’attesa fatta di sedazione cosciente e pranzi abbondanti c’è una cosa che ci salva dalla monotonia: pensare a piccoli lavori o pianificare cambiamenti, spostamenti, eventi – tutto sul piano teorico ovviamente – e poi, c’è la categoria dei privilegiati, quelli del fantomatico smart working, Sì, perché chi lavora da casa ora non è più uno sfigato ma un gran figo! Ma chi ci riesce a mantenere una certa concentrazione lo fa grazie a due condizioni fondamentali:

1) non ha piccoli mostri urlanti in casa 

2) ha un ambiente dedicato.

Quindi NO a tavoli improvvisati davanti ai cartoni animati, NO a penisole adibite ad ufficio accanto all’impasto della pizza in lievitazione. La postazione Home-working è un piccolo angolo dedicato ed averlo serve a nutrire le idee e considerando che, lo scopo sia quello di conciliare riflessioni ed essere produttivi, per entrare nel mood, aiuta avere i propri strumenti in ordine e chiudere simbolicamente una porta. Quindi la nuova tendenza, se così potremo definirla, sarà quella di cercare lo spazio per realizzarlo ed averlo sempre a disposizione, e che sia nel living o in camera da letto, se non si ha la fortuna di avere la camera in più jolly per tutte le evenienze, non importa, purché ci sia. Per chi ha spazio ed un ingresso direttamente nella zona giorno si può pensare ad un angolo  con scrittoio e pouf (Mod Bardino di Miniforms), dove nel quotidiano lo scrittoio funge da elemento con svuota tasche o per la verifica delle utenze domestiche, oppure può essere integrato nella libreria utilizzando un mensolone sporgente nel classico programma a spalla (come nel modello Selecta di Lema), o con montanti a soffitto (modello Airport di CattelanItalia),  oppure ancora, giocando con i volumi ed utilizzando la sovrapposizione di elementi leggeri (immagine Tomasella) o ante a ribalta nascoste. In buona sostanza il consiglio è di non farsi più trovare impreparati e credo di trovarvi tutti d’accordo con me…

Ah, scusate, all’anagrafe Cristina…almeno questo, ve lo devo

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